Credo che il Bar Calders si chiami cosí per via del Signor Calders, Pere Calders, uno dei maggiori esponenti della letteratura catalana. Lui era un tipetto proprio buffo e se lo si cerca in wikipedia, apparirá in una foto occhialuta con in mano un bicchiere di bianco, le labbra sottili, distese in un sorriso ironico, magico e assurdo: gli elementi fondanti dei suoi mondi letterari. Se è vero che il Bar Calders si chiama "Calders" per Calders, ben si possono leggere le ragioni stilistiche nella scelta estetica del suo bagno. All'entrata maschio/femmina troviamo appesi alle pareti questi due quadri. Maschio. Senza dubbio. Femmina. Senza dubbio alcuno. Ma che ci si potrebbe aspettare, allora, una volta aperta quella porticina? Forse il tempio dedicato ad una Dea? Esattamente! La Dea in questione si chiama YAMAYA anche se, come si puó ben notare dall'iscrizione sulla parete di destra del tempio, il nome utilizzato nel Calders è una delle tante varianti che si trovano nelle storie della letteratura africana a lei dedicate: Yemanja. Lei è la regina del mare, è la forza creatrice e quella distruttrice. In Lei convivono la vita e la morte. Per questa ragione è tanto potente ed invocata. In onore suo sono state composte canzoni e balli di cui questo è solo un esempio, ottimamente interpretato dagli Yoruba Andabo, splendida banda cubana composta da 17 elementi tra musicisti e ballerini e specializzata in musica sacra africana. E dopo aver sbirciato il bagno delle femmine, non verrebbe proprio voglia di entrare clandestinamente nell'altro?
Direi di si! E che cosa ci sarà? ... Have a nice bathroom!
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Dov'è il bagno?
I bagni sono punti cardine nei quali c'è sempre qualcosa che si srotola.
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