Oggi è stato tutto mio. E anche domani lo sarà.

La designer che ha pensato a questa borsa si chiama Aya Tsukioka. Anch'io voglio una delle sue borse. Ma se le metti per terra e poi le apri come il tombino, dove ti portano?

Ho avuto la fortuna di conoscere questo regista: Johan Kramer. E' alto un metro e novantotto e ha la faccia di Sting. Ha iniziato a lavorare come copy a Los Angeles a 21 anni. Poi è tornato ad Amsterdam e ha aperto la sua agenzia di pubblicità. Questa. Ogni volta che cliccherete sulla parola "questa", il sito cambierà d'aspetto. Provate.
Passato qualche anno, Johan ha deciso di lasciare la sua agenzia per dedicarsi completamente alla regia, ma come freelance. Ha venduto la sua fetta d'agenzia al suo migliore amico, quello con il quale aveva cominciato l'avventura pubblicitaria. Oggi l'agenzia è cresciuta tanto che Johan, un giorno, è andato a trovare il suo amico per salutarlo e vedere come andavano le cose. Alla reception, una ragazza che Johan non aveva mai visto, gli ha chiesto chi fosse:
"Johan Kramer", ha risposto Johan. "Posso passare? Vorrei andare dal mio amico..."
La tipa lo ha guardato dicendogli di sedersi ed aspettare. E così lui ha rimesso il suo culo nella poltrona scassata che qualche anno prima lui stesso aveva comprato in un mercatino di Amsterdam e si era caricato sopra la testa per portarla nel suo nuovo ufficio. Insieme al suo vecchio amico.

Johan racconta storie in un modo che io non mi ricordavo più. Nel modo delle nonne davanti al fuoco. Anche se le sue storie non iniziano mai con "C'era una volta", di fatto il concetto è quello. Quando l'ho incontrato l'altro giorno, aveva con sè una Super Otto. Ha detto che stava facendo un progetto sul concetto di "crisi" e che aveva appena filmato un tizio grattare via da un muro, con la chiave di casa, un poster pubblicitario della "Rolex".

Al momento i corti di Johan sono solo in inglese. Sono storie brevi che ha scritto DOPO averne girato le immagini. Johan costruisce le storie in base a quello che vede e non il contrario. La realtà, nei suoi occhi, si trasforma in una favola d'altri tempi. C'è un tocco di ironia inglese, nelle sue storie, c'è un pizzico di neorealismo all'Italiana, qualche manciata di bianco e nero alla Laurel & Hardy e un retrogusto mai dichiarato (pena la morte) di Amelie.

Ha girato un lungo a Barcellona che s'intitola "Sing for Darfur". Tra poco girerà il suo secondo lungo che s'intitolerà "Johan 1".
Qui potete vedere i suoi corti.
Qui potete vedere il trailer di Sing for Darfur.
Qui potete vedere il sito di Sing for Darfur.
Qui potete vedere il trailer del suo nuovo film. Ops...non lo trovo ;). Ah si, eccolo qui.
E qui potete vedere un corto che ha girato per la fondazione di una casa d'accoglienza per le famiglie di bimbi malati di cancro. E' in catalano ma vi giuro che si capisce. Per questo progetto potete anche donare qualche soldino qui.