L'ho visto per la prima volta qui, l'ho rivisto dopo qualche ora, lo stesso giorno qui e l'ho rE-incontrato qui - sempre per un gioco del caso - perché il suo studio confina con l'orto del Poble Sec. E sí, ci sono altre coincidenze a proposito di Gastón, ma ora non le posso raccontare. L'altro giorno, invece, ho scoperto che è il protagonista di questa piccola perla grande appena nove minuti.
Qui sotto, una traduzione veloce fatta ieri, per quelli che non masticano lo spagnolo. Le vi por primera vez aquí aquí y después de algunas oras, por casualidad, aquí y otra vez aquí ya que su taller está al lado de la huerta del Poble Sec. Ahora, entre otras cosas, descubro que Gastón es el protagonista de esta pequeña perla que mide nueve minutos. Aquí una traducción rápida hecha ayer, por los que no hablan español. CAST>ITA Ho iniziato in un modo, come dire?, molto viscerale. Quando presi il via, quello che volevo era costruire una quantitá di oggetti, una collezione, qualcosa che mi definisse: tavoli, sedie, specchi, lampade. E fu allora che iniziai a cercare e c'era un concetto, una parola "second life". Questo termine, questo concetto, mi sembra squisito. E' come una seconda vita, una seconda opportunitá e questo mi sembra che nel periodo in cui stiamo, che ci sia una seconda opportunitá per qualsiasi cosa, mi dá una speranza. Se uno riconosce se stesso come essere imperfetto e come persona che puo' sbagliare, per forza avrá bisogno di una seconda opportunità. [00.47] [01.40] E' un tavolino basso classico che abbiamo trovato con alcuni amici nel Born, fuori da un bar. Mi ero subito accorto che sarebbe diventato qualcos'altro. Come se morfologicamente, lo vedessi e giá avessi un'idea. Ci sono oggetti che di per se stessi, per la loro morfologia, il loro materiale, il loro stato, parlano davvero molto. Rompere con qualcosa ti costringe a guardare molto in te stesso. Come finire un lavoro, una relazione, cambiare di casa, decidere di cambiare posto dove vivere, certo queste cose aiutano a pulirti. E' come cambiarti d'abiti o immergerti nell'acqua. Nel mondo capitalista in cui viviamo viene premiato quello che vince. Rifarsi ad un vincitore, è competitivo. E' l'essenza dell'individualismo. Trionfa uno, uno solo è quello che c'è riuscito, uno solo è il vincitore. Allora ho pensato invece ad un "due", al secondo, che è come il doppio di uno, che è come essere due volte vincitore. [2.58] [3.36] Ci sono molte persone che hanno oggetti che scartano e credo che ci sono cose che forse potrebbero "rigirare". Personalmente mi allontano dal concetto nato dal disegno industriale di costruire in serie. Mi interessa molto di piú il punto dell'artigiano, dell'oggetto unico. Di fatto credo molto - come mi vien da dire - nell'innamoramento dell'oggetto. Quasi come se fosse: un oggetto, una persona. [4.04] [4.30] Nel momento in cui siamo, la societá ci dice che ci sono delle regole base da rispettare, che hanno a che vedere con una certa forma di vita e con la comoditá. Stiamo sempre comodi. Stiamo progettando ma senza "fare" e questo genera un punto di non realizzazione che è difficile da sopportare. E' molto difficile da sopportare. E riguardo a me, so che passo attraverso diversi stadi ma ogni tanto mi sento soffocato e ne ho bisogno, è come una via di fuga, ho bisogno di esprimere, ho bisogno di fare, ho bisogno di "fare volume", di generare un oggetto. [05.15] [6.07] Quando creo qualcosa quasi ... e mi è successo che la gente mi dicesse: "Ah, ti dedichi al restauro" e io dico "No no no, l'ho fatto io" e la gente: "Ah, quindi questa cosa non è antica..." "No no no, questo l'ho appena fatto!" Questo mobile che ho progettato, mi piacerebbe che avesse una marca, che avesse un'impronta mia, un nome. E cosí iniziai a pensare... "RE" (Not. Trad: sarebbe "RI" in italiano) è un prefisso per una parola, cosa abbastanza interessante perchè torna a Ri-definirla, no? Peró era anche la seconda nota della scala musicale. E mi sembrava super interessante scegliere un significato che, al di lá di tutto, avesse a che fare con "ritmo". [7.01] [7.30] Ad un certo punto ho lavorato come spedizionista, quando in Argentina avevo un'impresa di spedizioni. Peró poi vendetti la moto e decisi che non ne avrei avuta mai piú una proprio per non fare mai piú quel lavoro, per non guadagnarmi da vivere in quel modo lí. In realtá mi pongo ostacoli da solo per fare davvero il salto. Perchè la facilitá sempre porta uno a cercare quello che giá conosce, quello che sa fare bene, quello che gli riesce facile, no? Peró, certo, questo dipende anche da che se uno condivide la sua vita con un'altra persona e allora è complicato. Voglio dire: quanto relega uno su questo punto, quanto sano è, e quanto pesa la relazione sul fatto di farlo o meno. Ma ci sono volte in cui le cose non riescono a reggersi in piedi e cadono. Ed è durissimo quando cadono. E' molto duro. E soprattutto quando uno "ama". Quando uno ama e che questo ha a che vedere con un'altra persona...e ama molto. (La mia relazione) cadde e non mi ero mai proiettato nel punto esatto del suicidio e mi sono proiettato in quel luogo. Questo "Re", praticamente per me era come una seconda opportunitá di fare qualcosa di vero ed una seconda opportunitá per il materiale che raccolgo, che reciclo, che riutilizzo. [8.50] [8.56] Personalmente invito la gente a lanciarsi, a cercare il proprio punto piú vero, no? Un documentario di: Charalambos Varelias, Paco Ruiz, Marc Llusiá, Caroina Cordero, Karla Cabo.
2 Comments
Pedro
5/7/2013 10:10:51 pm
Después de ver el vídeo que enlazas y este vídeo de la campaña de cerveza (minuto 00'30'') alguien cree en las casualidades?
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Me
5/8/2013 07:07:53 pm
Que fuerte!!!
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MeNoteI like to take pictures most of all to people. If you're in one of these pictures and you don't want to be there, please write to me immediately. If you like the picture and you want to use it, please write to me too. I post sono scritti in itañolo e tradotti in spanigliano.
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