SARA BELTRAME
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Nonni

4/8/2013

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Mia nonna si chiamava Lucia. L'altra si chiamava Anna Giulia. Non erano le tipiche nonne petto morbido, manicaretti, abbracci stretti e pizzicotti sulle guance. Nessuna delle due. Peró entrambe hanno avuto cinque figli, entrambe erano bellissime. La prima per esempio era una nonna viaggiatrice. È stata in Egitto, Sud America, India, Russia, Yugoslavia e altri posti che non so. E della seconda purtroppo non so quasi nulla e anche mia mamma mi racconta poco di lei. Il marito di Lucia, Gildo, era suo cugino primo. Per sposarsi sono andati dal Papa a farsi dare la benedizione e quando la ottennero, le loro famiglie li maledissero. C'è una foto in cui nonna sta sulla prua di una barca di legno, in un lago. Sono in viaggio di nozze. Lucia guarda verso Gildo - che la inquadra - con il corpo mezzo storto, lo sguardo di sottecchi, quasi si vergognasse di tutto quell'amore. Dopo quella foto arrivarono i cinque figli e dopo i cinque figli, nonno muore.
Dell'altro nonno non so quasi niente. Mi ricordo l'odore della sua pelle morbida dopo che s'era fatto la barba. E si sbarbava sempre. Era solido come un armadio di legno, intagliato da un artigiano di montagna.
Quando vedo i nonni di chiunque o di nessuno, mi commuovo quasi sempre.
Penso che mi piacerebbe andare a mangiare a casa loro, apparecchiare insieme la tavola, comprare le cose al mercato e sentirmi raccontare tutte quelle storie lí. 
Se avessi un po' di soldi, aprirei un ristorantino minuscolo dove ogni giorno inviterei loro, a fare i cuochi. Su una lavagna, fuori dall'entrata, scriverei i loro nomi e il menú del giorno.
OGGI CUCINA: NONNA ANTONIA.
MENU' DEL GIORNO.
PRIMO: Lasagne alla Bolognese
SECONDO: POLLO E PATATE AL FORNO 
DOLCE: CROSTATA ALLA MARMELLATA DI FRAGOLE (fatta in casa).
Vino con gasosa, acqua del rubinetto, pane. Caffè fatto con la caffettiera.
Ci sarebbe un solo tavolo molto grande apparecchiato e si mangerebbe tutti insieme verso l'una e mezza. Tutto si chiamerebbe con il proprio nome. Le lasagne, lasagne, le patate patate, la crostata crostata. Niente cose del tipo: pomme de terre adagiate su un recipiente metallico inserito in una fonte di calore ardente. 
L'acqua saprebbe di acqua.
Il vino di vino.
Il pane di pane. 
I sorrisi di sorrisi.
Le chiacchiere di chiacchiere.
E le storie di storie vere.

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